Fanny Mendelssohn , sorella di Felix, è stata una musicista, pianista e compositrice ignorata fino quasi ai nostri giorni. Il suo destino non fu diverso da tante artiste del XIX secolo rimaste nell’ombra a causa di pregiudizi e di una mentalità che le relegava quasi esclusivamente ad un ruolo di moglie e di madre. Nell’Ottocento la musica per una donna era al massimo un “ornamento”, un completamento della sua istruzione, ma non poteva diventare una professione. Fanny, nata ad Amburgo il 14 novembre del 1805, è la primogenita di quattro fratelli: Felix, Rebecka e Paul. Appartiene ad una ricca e colta famiglia di banchieri ebrei: i genitori Abraham e Lea manifestano un’apertura mentale non comune e vantano parenti illustri: Moses Mendelssohn, matematico e filosofo autorevole dell’illuminismo tedesco e Dorothea Mendelssohn sposata con Friedrich von Schiegel, esponente di spicco del romanticismo tedesco. La madre Lea, imparentata con alti dignitari diplomatici, è una brava tastierista. La famiglia si trasferisce a Berlino dove frequenta intellettuali, filosofi e letterati, uomini di scienza e musicisti di passaggio che si onorano di partecipare ai concerti della domenica che i Mendelssohn organizzano nel salotto di casa. Fanny e i suoi tre fratelli godono di una privilegiata condizione economica e di stimoli culturali come di rado avviene. I genitori procurano ai propri figli i migliori insegnanti e la musica rappresenta per tutti una importante disciplina. Fanny studia musica con gli stessi insegnanti di Felix: prima con la madre Lea, poi con Marie Bigot a Parigi. Tornati a Berlino i due fratelli vengono affidati a Berger per il pianoforte e a Zelter per la composizione. Fanny Mendelssohn rivela fin dall’adolescenza un precoce talento, una prodigiosa memoria e una capacità compositiva dai tratti distintivi. Compone ed è un’eccellente pianista, ma non può né esibirsi in pubblico, né pubblicare i suoi lavori a suo nome. Alcuni suoi lieder confluiranno nelle opere 8 e 9 di Felix, ma il suo nome non compare accanto a quello del fratello. Tra questi, quello di Fanny Mendelssohn intitolato Italien era il preferito della regina Vittoria. Il padre e il fratello si mostrano a più riprese contrari ad un’esposizione pubblica del suo talento. Fanny accetterà a malincuore queste restrizioni, ma come scriverà in seguito, sentiva di dover “compiacere” al padre e al fratello e non avrebbe fatto nulla che potesse dispiacere i suoi cari. Ma ne soffre perché sa di sacrificare la propria identità. Continua a comporre perchè la musica è il baricentro della sua vita e la padronanza della tecnica compositiva le permette di trasformare i testi poetici di Heine, di Goethe,di Grillparzer in altrettante liriche traboccanti di sentimento e di lirismo. Dopo la morte del padre sarà Felix a condizionarla e a reprimere le sue ambizioni di musicista, ma un altro uomo, suo marito, il pittore Wilhelm Hensel crede in lei, la incoraggia a comporre, l’aiuta a liberarsi gradualmente dai condizionamenti e dai pregiudizi.
Nel 1839 la famiglia Hensel visita l’Italia, un viaggio che durerà un anno. Fanny Mendelssohn finalmente si sente una donna libera e una musicista apprezzata da altri musicisti. Il Carnevale romano impazza e anche lei si diverte. I coniugi Hensel redigono il Reisealbum , il loro diario privato di viaggio: Fanny compone, non si è mai sentita così libera e creativa, Wilhelm dipinge delicati acquerelli che rispecchiano quei fantastici luoghi fonte della sua ispirazione. E’ felice, si sente realizzata e, finalmente, giunge anche la decisione di pubblicare. Lo fa avvertendo suo fratello: “non dispiacerti, è una decisione che ho preso in modo del tutto autonomo”, scrive. Ma è tardi: la morte la coglierà di sorpresa quasi subito dopo la sua ultima fatica: uno splendido Trio per la sorella Rebecka. Il 14 maggio del 1847 Fanny è al pianoforte: sta provando un’opera del fratello, ma un ictus la stronca e muore a soli 42 anni. Nel novembre dello stesso anno morirà anche Felix.
Fanny ci ha lasciato circa 500 opere, che le assicurano un posto di rilievo nella letteratura musicale del XIX secolo. A Fanny va il meritato riconoscimento e il suo ricordo si rinnova nel moltiplicarsi delle pubblicazioni a suo nome e dei concerti a lei dedicati.
Articolo scritto da Maria Primiceri – docente di Pianoforte Principale presso il Conservatorio Tito Schipa di Lecce e studiosa delle donne musiciste con eventi e conferenze su Nannerl Mozart, le mogli di Bach, Maria Szymanowska, Fanny Mendelssohn
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