L’Orfeo di Gluck nella versione in francese: dal Covent Garden alla Scala

orfeo and euridice

Gluck’s Orpheus è in scena ora e fino al 17 marzo al Teatro Alla Scala (Milano): è la prima volta che l’Orfeo di Gluck viene rappresentato a Milano al Teatro Alla Scala nella sua seconda versione, ovvero quella in lingua francese prodotta da Gluck per Parigi nel 1774, 12 anni dopo che la sua versione originale aveva suscitato interesse e ammirazione Vienna premiere nel 1762.

L’Orfeo ed Euridice di Gluck, nella sua prima versione in italiano, fu la prima delle grandi opere di “riforme”: le trame complicate e i “decori”dell’opera seria lasciarono il posto ad una “nobile semplicità”, dove il focus era la musica.

La première dell’opera del 1762 a Vienna fu un trionfo. Dodici anni dopo, Gluck decise di rendere la sua opera ancora più grande per l’Opéra di Parigi: estese la lunghezza dell’opera, aggiunse ulteriore musica per balletto, revisionò l’orchestrazione e riscrisse il ruolo di Orfeo.

Ci sono due grandi differenze tra le due versioni: la prima è la lingua, poiché l’edizione del 1774 è stata scritta in francese. La seconda differenza principale sta nel ruolo di Orfeo che non è più rappresentato da un castrato ma da un tenore o, per essere più precisi, da un haute-contre.

L’opera rimane il lavoro più popolare di Gluck ed è considerata un punto di riferimento nella storia dell’opera.

Perché la lingua francese è migliore di Italiano per l’Orfeo? In primo luogo perchè è la lingua originale. Quindi le frasi francesi hanno più senso della loro traduzione italiana e rendono l’opera più comprensibile.

La lingua francese permette anche di rappresentare riferimenti storico e sociali particolarmente cari al pubblico dell’epoca.

Lo spettacolo di Milano arriva direttamente dal Covent Garden di Londra, Royal Opera House con la regia di John Fulljames e Hofesh Shechter (un coreografo anche responsabile di molti balletti dell’opera).

L’orchestra è il focus principale dello spettacolo: nessuna disposizione a buca per l’orchestra ma una piattaforma che può essere sollevata sopra il livello del palco o abbassata in modo che l’azione si svolga intorno e sotto l’orchestra. In questo modo l’orchestra è visibile ed è possibile associare i singoli strumenti a qualsiasi azione sul palco (nella performance di Londra i posti dell’orchestra sono stati utilizzati come posti in piedi per gli studenti).